Intervista a Francesco Dimitri
Quello di oggi è un post speciale. Di cui vado abbastanza fiera. Per chi come me si può dire vive di libri avere un contatto quasi diretto con uno scrittore è sempre qualcosa di emozionante. Anche se nel mio caso si è trattato di un contatto esclusivamente via web. Prima di proseguire vorrei ringraziare Francesco per la sua disponibilità e per avermi concesso un po del suo tempo nonostante i numerosi impegni.
Quella che vi riporto è una breve intervista.
D: Quand'è che hai capito che fare lo scrittore era ciò che volevi?
R: L'ho sempre saputo. E sono stato abbastanza fortunato da riuscire a farlo.
D: Da cosa ti lasci ispirare per le tue opere?
R: Persone, cose che mi succedono, libri che leggo, canzoni, tutto. Ma l'ispirazione serve a poco, davvero: di buone idee, a chiunque di noi ne possono venire dieci in un giorno. La cosa difficile è sedersi, disciplinarsi, e trasformarle in libri.
D: Quando scrivi un libro metti una parte di te nei personaggi o cerchi di restare estraneo?
R: Cerco di fare un lavoro d'attore, di mettermi nei panni di un personaggio e pensare come pensa lui/lei. Poi, certo, io sono io, e credo che necessariamente ci sia una parte di me in ogni personaggio che abbia mai scritto. Ma mi piacerebbe riuscire a raggiungere uno stato, per cosi dire, d'illuminazione, di assoluta estraneità, che mi consenta di creare persone reali, e non maschere
D: Cosa ti manca di Roma e cosa ti piace di Londra
R: Di Roma mi manca...poco. Trastevere di sera, forse. Di Londra mi piacciono la vita che mi consente di fare, l'architettura, il modo in cui la città è organizzata, il quartiere in cui vivo. Non voglio passare la mia vita in una grande città, ma se lo volessi, sarebbe Londra.
D: Un libro e un film che ti sono rimasti impressi?
R: Invece del film, posso scegliere How I Met Your Mother? In questo periodo è la mia ossessione, finale compreso. Per quanto riguarda il libro una lettura recente è stato How To Think Like Sherlock Holmes. Una delizia anche per non-sherlockiani.
D: Cosa consigli a chi vorrebbe diventare scrittore?
R: Di piantarla di pensare quanto vorrebbe scrivere, e scrivere. Ma tipo ogni giorno. Anche solo cinquecento parole -basta che sia_ogni giorno_. Se c'è un altra via, e non metto in dubbio che ci possa essere, non la conosco.
D: Come passi il tempo quando non sei impegnato con la stesura di un nuovo libro?
R: Scrivendo fumetti, o buttando giù progetti futuri, o... e poi c'è il resto della vita, che è altrettanto importante.
D: Quanto conta per te il rapporto con i lettori?
R: Quando scrivi un libro, e lo pubblichi, lo fai perché _vuoi_ un rapporto con i lettori. Vuoi un contatto con loro. Li vuoi raggiungere. Se poi loro in cambio raggiungono te, è magnifico. Si cresce anche così, sia come autori che come persone.
Questa era l'ultima domanda, Francesco è stato gentilissimo a rispondere alle mie mail e a questo 8 domande. Stimo molto questo autore e consiglio a tutti quelli che non lo conoscono di leggere subito un suo libro: vi cattureranno come hanno fatto con me.
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