|
immagine presa da romafaschifo.com |
A scanso di equivoci, voglio subito precisare che questa non è affatto una recensione sul film di Sorrentino "La grande bellezza". Eppure la pellicola in questione mostra una Roma molto diversa da quella reale, una città dove la mondanità che ricorda la dolce vita ormai è solo un riferimento felliniano.
La dolce vita è stato un periodo, soprattutto a Roma, tra gli anni '50 e '60 che grazie al boom economico ha portato la popolazione a divertirsi, frequentarsi nei locali più famosi della città.
Si pensa che il periodo iniziò esattamente il 5 Novembre del 1958, nel ristorante "il Rugantino" dove l' attrice e ballerina Aiché Nanà, (scomparsa di recente) in occasione del venticinquesimo compleanno di una contessina, improvvisò uno spogliarello. Le foto poi vennero pubblicate sull'Espresso suscitando un grande scandalo.
Una volta, passeggiando di sera a Roma, nelle vie del centro, nei locali, potevi incontrare decine di persone che si divertivano, parlavano e sfilze di attori che erano la solo per mostrarsi alla popolazione (ed anche ai produttori, registi ecc..)
I paparazzi non attendevano altro che arrivasse la sera per fare foto e beccare il Vip di turno con la sua nuova compagna; ciò naturalmente faceva pubblicità al famoso, al paparazzo e in moltissime occasioni anche alle compagne o compagni occasionali.
Il fulcro della
Dolce vita era via Veneto, resa famosa proprio da Fellini.
Nei caffè di quella via si facevano affari, si ingaggiavano attori e produttori, musicisti e tutto questo poteva es
sere vissuto dalle normali persone che frequentavano quei posti.
Ma torniamo al presente, a
quella Roma mostrata nel film La grande bellezza.
Possiamo dire che la
società mostrata sia reale? Oppure rispecchia solamente una città ancora
immersa nel suo passato dolcevitoso?
Se una volta potevi andare
a via Veneto ed incontrare dei personaggi famosi, oggi, frequentando quei
luoghi cosa vediamo? nulla, poche persone che passeggiano, consumano e poi
tornano ad passeggiare senza una meta e tutto questo accadeva ancora prima
della crisi economica.
I romani, i cittadini,
conoscono una città molto diversa da quella che appare nel film, come spesso
accade,
ma se tale film vince un
premio d'importanza mondiale proprio perché mostra una Roma che in realtà non
esiste, possiamo allora dire che abbiamo un problema.
Conosciamo tutti la realtà
in cui versa Roma, una città che non viene più rispettata neanche dai suoi
abitanti;
lasciamo cumuli di
spazzatura ad ogni angolo delle strade, automobili parcheggiate in posti ed in
modi impensabili da non permettere il passaggio di pedoni o mezzi pubblici; i
quali sono soggetti ad atti vandalici ed appestati di graffiti e scritte fuori
e dentro. (non dico che non si devono fare i graffiti, o street-art, ma perché proprio sui mezzi pubblici, specialmente quando vengono oscurati i vetri)
Monumenti circondati da
venditori abusivi e rivenditori di merce rubata. I campi nomadi (e non solo)
che bruciano cumuli di spazzatura ed inquinano intere aree, inoltre ci si mette
anche lo stesso comune di Roma che a causa della sua totale incuria non pone
rimedio alle strade ormai divenute famose per le loro buche profonde come
crateri, pulizia delle vie e delle stazioni pressoché inesistente.
Infine mettiamoci anche il
comportamento delle forze dell' ordine, ormai indifferenti a molti
atteggiamenti scorretti di cittadini e turisti; posso capire che un turista,
occupato a passeggiare per la città sia meno propenso a dar retta ai cartelli
che indicano dei divieti, eppure né a loro né ai cittadini vine detto o fatto
nulla.
Ad esempio, la scalinata
di Trinità dei monti a piazza di Spagna, come in molte aree monumentali della
capitale, è assolutamente vietato bivaccare e mangiare; questo non è un divieto
che esiste solo dal 2012, ma esiste da molto più tempo. Eppure non ho mai visto
qualche vigile far multe per questo (se non in casi estremamente rari)
Provate a comportarvi così
anche in altre capitali europee e noterete di sicuro un alleggerimento delle
vostre finanze in breve tempo.
Ma perché accade tutto
questo? Amalia Signorelli, intellettuale ed antropologa culturale, ha
dichiarato che "Roma in questi anni non è mai stata così sporca,
brutta e sciatta, perché i romani non si sentono più romani, non ce ne importa
nulla della nostra città perché non è più nostra".
Non si cominci a dire che
è colpa degli stranieri, immigrati che ormai sono da molto nella nostra città,
altre metropoli hanno avuto gli stessi eventi ciononostante si sono adattati
meglio di noi.
E' dunque la nostra
incapacità di adattarci ai nuovi eventi che ci ha fatti diventare così
indifferenti, bisogna tener conto che in natura l'incapacità di adattarsi porta
solamente ad una cosa, l'estinzione.
Di certo so che ci sono ancora romani
che amano la loro città e vorrebbero vederla in uno stato migliore di quello
attuale, eppure sembra proprio che siano una minoranza e vorrei che Roma ed i
romani comincino a fare quel poco che serve per rendere vivibile la loro città,
piccoli gesti quotidiani, di rispetto verso le altre persone, le loro proprietà
e la città stessa.